1969. È l’inizio di una nuova èra. L’uomo sta per posare il piede sul suolo lunare. Nella piccola città di Mágina un tredicenne assiste palpitante al viaggio dell’Apollo 11. Anche per lui è epoca di cambiamenti: l’infanzia è finita e l’ingresso nella pubertà è segnato dall’affacciarsi di pulsioni fino a quel momento sconosciute e da una crescente insofferenza per l’educazione cattolica, la vita rurale e il ritmo lento delle stagioni che si ripetono, anno dopo anno, sempre uguali. È un tempo tedioso, così diverso dal tempo delle missioni spaziali, che non si misura in giorni o settimane, ma in ore, minuti e secondi. Le giornate le passa a leggere libri di astronomia, zoologia e botanica che trova nella biblioteca pubblica, isolato dalla quotidianità familiare fatta di duro lavoro e ricordi bisbigliati sulle atrocità della guerra civile, in una Spagna franchista sospesa tra spinta alla modernità e oppressione. Un’atmosfera pesante a cui il giovane protagonista tenta di sfuggire aggrappandosi a questo traguardo dell’ingegno umano, un sogno di libertà che solo la mente di un ragazzino può concepire.
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